Il motivo dietro il trasferimento di Corrado Augias da Rai a La7. L’azienda smentisce quanto detto dal giornalista ieri.
La notizia della partenza di Corrado Augias dalla Rai verso La7 ha sollevato un polverone mediatico e opinioni divise. Augias, con i suoi quasi 89 anni di vita e oltre sei decenni di servizio in Rai, ha deciso di lasciare l’azienda di Stato, citando incompatibilità con l’attuale clima aziendale sotto il governo Meloni.
L’esperienza di Augias e il clima in Rai
Corrado Augias, icona culturale e giornalistica, ha attraversato varie epoche della televisione pubblica italiana, dalla gestione Fanfani fino all’era attuale, testimoniando grandi trasformazioni. Il suo allontanamento, però, è stato descritto come una ricerca di un ambiente di lavoro più congeniale, allineato con la sua visione e il suo modo di essere. Affermando che la Rai non era più un luogo dove si sentiva a proprio agio. Augias ha espresso il desiderio di circondarsi di un ambiente e persone che rispecchiassero i suoi valori.
La Rai commenta: “Mai messo in discussione, ha fatto tutto da solo.“
La strategia di Augias e il futuro in televisione
La decisione di Augias di spostarsi a La7 non è stata un fulmine a ciel sereno, ma l’epilogo di un lungo processo di distacco. Nonostante l’accusa di aver orchestrato un “auto-martirio”, Augias ha negato di essere stato estromesso, sottolineando piuttosto di non essere stato trattenuto. Tale mossa è stata interpretata da alcuni come una protesta contro le presunte pressioni politiche in Rai, mentre altri la vedono come un passaggio strategico verso un’azienda che meglio si allinea con il suo orientamento politico.
In conclusione, Corrado Augias, con le sue due pensioni e la lunga carriera alle spalle, non si muove per necessità economiche, ma per la passione che ancora lo anima. L’eventuale realizzazione della terza edizione del suo programma “La gioia della musica” su RaiTre resta un’incognita. Lasciando aperta la possibilità di una sua presenza su entrambe le reti, Rai e La7, nonostante l’età avanzata. Questo scenario, emblematico di una carriera senza confini e piena di passione, sarebbe la conferma del suo impegno indefesso nel panorama culturale italiano.